Riot Days. Una prigionia politica nella Russia di Putin
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Nel febbraio 2012, dopo aver introdotto di nascosto una chitarra elettrica nella cattedrale centrale di Mosca, Marija Marja Aljokhina e altre componenti del collettivo radicale Pussy Riot hanno eseguito una provocatoria Preghiera punk, sfidando la Chiesa ortodossa e il suo sostegno al regime autoritario di Vladimir Putin. Per questo sono state accusate di «disturbo della quiete pubblica motivato da odio e avversione per la religione, e di comportamento ostile collettivo» e processate mentre erano rinchiuse in una prigione di sicurezza, sorvegliate da rottweiler. Quel processo e la prigionia di Marja Aljokhina sono diventati un caso internazionale. Durante i suoi due anni di reclusione, Marja Aljokhina ha lanciato una sfida contro il sistema carcerario russo rifiutando ogni giorno, ostinatamente, di essere privata della sua dignità e ottenendo condizioni più umane per ogni detenuta e detenuto. Riot Days è il racconto di questa battaglia. Evocativo, ironico, tagliente, divertente, drammatico il racconto di Marija Aljochina è un testo per nulla convenzionale, costellato di testi di canzoni, trascrizioni di interrogatori, estratti dal suo diario di prigionia: dispacci di una giovane donna che ha affrontato la tirannia e ne è uscita con la prova che anche una persona sola può combattere contro il potere.
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