Capolavori. Allenare, allenarsi, guardare altrove
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Quando si pensa alla parola capolavori, il primo pensiero va al mondo dell'arte: pittura, scultura, architettura, ma anche cinema, teatro, musica, scrittura. Difficilmente si pensa allo sport. Non è così per Mauro Berruto, una vita dedicata ad allenare, per lui non c'è differenza tra un capolavoro di Michelangelo e uno di Maradona. In queste pagine Mohammad Alì e Kostantinos Kavafis recitano insieme poesie, Diego Armando Maradona palleggia con Michelangelo, Jury Chechi sfida William Turner: calciatori, artisti e poeti fanno parte della stessa squadra ossia di uno spazio in cui ogni individuo può esprimere il proprio talento e compiere il proprio personale capolavoro. A metà fra racconto e biografia, Capolavori è una mappa per trasformare il potenziale in eccellenza, in cui anche il gesto dell'allenare, si tratti di una squadra o di qualsiasi gruppo di lavoro, è un'arte che rende le persone capaci di realizzare il proprio talento. Ma c'è un segreto che Berruto vuole condividere in questo racconto: per creare il proprio capolavoro come allenatore e come persona bisogna saper guardare e cercare altrove i propri strumenti.
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