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Francesco Marasca. Diario dei ricordi. Viaggio nei luoghi della mia gioventù tra le vie del quartiere della Pruvulera e quelle della Torre Annunziata che non c'è più

di Marasco Vincenzo

Non Disponibile
Spese di spedizione:
3,49 €

Contenuto

Solitamente andavo a trovare Zio Francesco il sabato pomeriggio, quando i miei impegni settimanali me lo consentivano. Quei momenti trascorsi a discutere con lui, presso il bilocale che aveva in affitto al primo piano di un edificio di Via Domenico Cirillo, quasi come se fosse un rifugio dove poter trascorrere i suoi attimi di riflessione, a volte volevo che non finissero mai. La discussione veniva sempre iniziata seduti al tavolo del cucinino che fungeva anche da ingresso e disimpegno, dopo che egli aveva messo su la caffettiera e si era riacceso la mezza sigaretta già in parte fumata, e lasciata in sospeso tempo prima. In quel nostro discutere, per anni, c'è stato sempre un tema riguardante la città, oltre che la storia della nostra famiglia e tutti quei frangenti passati, gli uomini e le donne che hanno segnato grosso modo l'evolversi della vita cittadina. Zio Francesco era come un libro da sfogliare, bastava solo girare un foglio per scoprire un capitolo in più. Spesso anche osservando una semplice cartolina, di cui lui è stato un accanito collezionista, passione che per altro condividevamo, nascevano dei discorsi centrati su tutto quello che era raffigurato nell'immagine quasi sempre presa a casaccio dal pacchetto allacciato con un elastico, in cui era solito custodirle. Tuttavia capitava anche che egli mi facesse leggere un suo scritto poetico per capire io cosa ne pensassi e se quel suo sentimento affidato all'inchiostro su uno dei tanti fogli volanti sparsi per il cucinino e la sala da letto, fosse troppo intimo per poterlo scrivere. Non mi sono mai pronunciato a riguardo. Ho sempre risposto dicendogli che se lo aveva scritto era perché sentiva il bisogno di non dimenticare, o di dover rivelare a qualcuno l'intimità di quel pensiero espresso con i versi. Nel 2010, pochi anni prima che se ne andasse, zio Francesco decise di scrivere le sue Memorie raccogliendole in quel che io poi ho chiamato Diario, dove conservare i ricordi della sua fanciullezza e di quel ragazzo che visse tra i vicoli della Pruvulera. F.M.: Che ne pienze? Facce bbuono a scrivere tutte sti ccose? Io: Sì zio, fai benissimo. Anzi un giorno di questi vengo con la telecamera e ti riprendo anche mentre mi racconti tutto quello che ti passa per la testa, e mentre rispondi a qualche mia domanda. Così poi ho fatto. Conservo le registrazioni di quelle nostre chiacchierate in quanto ho sempre reputato che la sua voce e l'espressione dei suoi occhi dimostrate mentre raccontava la città e le vicende famigliari, non dovessero essere perse. Un giorno, mi diede una busta - della spesa, dove come era suo solito raccoglieva spesso i suoi appunti e i fogli svolazzanti - insieme a due quaderni in cui erano raccolte le Memorie e a quel Diario che aveva deciso di scrivere. Quando se ne andò, dopo averlo salutato per l'ultima volta, mi ripromisi che prima o poi gli avrei reso il tributo che meritava di ricevere con la trascrizione dei suoi scritti e la stampa di questo SUO lavoro, in ricordo delle nostre belle, lunghe e profonde chiacchierate.

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