Diario di uno sconosciuto
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«Non sono chi pensate che io sia» diceva Cocteau, convinto che l'inganno è l'unica forma in cui la vita si manifesta. Ma in questo libro, che forse è il suo più intimo, e perciò anche il più esposto, il grande scrittore e drammaturgo francese cala la maschera e mostra il volto - una rivelazione, vi si trova di tutto: racconti, ritratti, divagazioni, frecciate critiche, riflessioni sulla poesia, osservazioni filosofiche, aforismi che non si lasciano dimenticare. Contemporaneo di Ernst Jünger e Igor' Stravinskij, che conobbe e frequentò, si può dire che tenga dell'uno e dell'altro: per libertà e disciplina, per acutezza di sguardo, per rapidità e chiarezza di stile. Poeta, romanziere, saggista, illustratore, regista - «per ospitare tutte le sue opere più che una libreria ci vorrebbe un hangar» commenterà W.H. Auden -, Cocteau in queste pagine parla di arte, di memoria, di gatti, di permanenti femminili, di un viaggio in Grecia, di oppio, di amicizia e di molte altre cose godibilissime; del godimento speciale che dà la letteratura quando l'intelligenza e il disincanto vi si intessono.
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