Io brillo. Diamanti, amori, casinò e un dolore che non finisce mai
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Stesa sul lettone della villa di Monza, il petroliere Ettore Tagliabue le fa chiudere gli occhi e le infila all'anulare un cerchio neanche tanto leggero. Quando Ljuba Rosa alza la palpebra, mette a fuoco un diamante di 26 carati grande come una noce. A vent'anni e poco più, dopo le sofferenze della Seconda guerra mondiale, il freddo vissuto da sfollata in Valle Staffora e una violenza subita, Ljuba finalmente sorride grazie a quella pietra che le illumina il futuro, un brillante che chiamerà "brillo". Bellissima, occhi cerbiatti, con quell'uomo tanto più grande di lei incontra i potenti della Terra come Onassis o Churchill; si intrattiene con il principe Aly Khan, frequenta Edda Ciano che le insegna l'importanza di avere in tasca un sacchetto di brilli. Ma soprattutto Tagliabue la porta a vivere le emozioni più forti, quelle della roulette. Anche la contessa Marina Cicogna, incrociata per caso a Cortina, è un incontro per la vita. Con lei Ljuba vive l'allegria e s'immerge nel jet set con Alain Delon, Brando Brandolini, Edmond de Rothschild o Gianni Agnelli, fil rouge (quasi) per sempre. Però è con Andrea Rizzoli, figlio del Commenda che aveva costruito un impero editoriale, che Ljuba diventa donna e soprattutto mamma di Isabellina, il suo amore totale. Con loro vive a Cap-Ferrat, in Costa Azzurra, in una villa pieds dans l'eau che ospita i grandi del cinema italiano, da Fellini a Sordi alla splendida Silvana Mangano. Sono gli anni d'oro. Finché una serie di eventi tragici, il tracollo finanziario, la morte del marito e poi della figlia segnano l'inizio di un periodo buio. Periodo attraversato solo da bagliori accecanti di dolore, al quale è sopravvissuta per raccontarci, come si chiacchiera con gli amici di sempre, la sua incredibile vita.
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