Ho fame dunque sono. Diario di un internato nell'Oflag di Wietzendorf (gennaio-dicembre 1944) Francesco Graziano di Vena di Maida
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... Wietzendorf nel diario di Graziano è il simbolo dell'annientamento della ragione, del trionfo dell'efferatezza e della disumanità. Egli ne descrive subito già nella prima pagina, anche se con stringate battute, l'inospitalità. Scrive il 3 gennaio: "Il campo, per il disgelo, è diventato un immenso lago fangoso". Da un campo all'altro avvenivano continui trasferimenti, "soprattutto di ufficiali", attraverso viaggi estenuanti prima in vagoni bestiame e poi a piedi per 2-3 chilometri. Su questi treni infernali ("32 internati per vagone") "sono più le ore che si sta fermi che quelle in cui si cammina. Si parla poco e sulla faccia di ognuno si legge tristezza e dolore". ...
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