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100 e più. Oltre un secolo di pallacanestro in Lombardia

di Giuntini Sergio, Meda Sergio, Zaninelli Mario

Disponibile su prenotazione.
Spese di spedizione:
3,49 €

Contenuto

Il primo conflitto mondiale innescò dei cambiamenti di enorme portata storica, con dirompenti trasformazioni anche nello sport italiano. Tra queste la felice importazione di alcune discipline d'Oltreoceano, grazie ai soldati statunitensi che le diffusero da noi nell'immediato dopoguerra. IL basket, più e meglio di altri sport, seppe incarnare l'avvento della società di massa. Per cominciare non rappresentò la semplice evoluzione di giochi popolari d'origine rurale, rielaborati dalle public school inglesi, com'era accaduto per il football e il rugby. Il basket rompeva con la tradizione e rispecchiava quello spirito metropolitano tipico della realtà nord-americana, nel quale interagivano industrializzazione, urbanizzazione e forte emigrazione, che nel dopoguerra avrebbe connotato anche l'orizzonte europeo. Uno sport che non presentava discriminazioni di genere, aperto a tutti e tutte, e praticabile in piccoli ambienti: un fattore rilevante in un periodo in cui lo spazio urbano, destinato in primis all'espansione dell'industria e dei commerci, diveniva un bene sempre più raro e prezioso. Così mentre baseball e volley per insediarsi nella nostra penisola dovettero attendere la Seconda guerra mondiale, il basket riuscì subito ad affermarsi tanto fra gli uomini che fra le donne. La Lombardia divenne l'epicentro di questo fenomeno. Ne costituì il movimento-guida che, fatti salvi alcuni tentativi triestini e romani d'incrinarne l'egemonia, dominò il panorama cestistico tra il 1921 e il 1943. In pratica dalla nascita, a Milano, della Federazione italiana Basketball (Fib) alla sospensione dei campionati a causa del Secondo conflitto mondiale. Prefazioni di Giovanni Malagò, Giovanni Petrucci, Marco Riva e Giorgio Maggi.

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