La fiaba come racconto e altri scritti sul fiabesco
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«Quando nel 1976 uscģ da Marsilio la prima edizione di La fiaba come racconto pochi fra gli studiosi sfuggivano al richiamo dei significati profondi delle fiabe, delle strutture narrative riconducibili a precise funzioni, delle 'opportunitą' didattico-pedagogiche offerte da testi 'elementari' era come se il fascino dei "congegni" vincesse sulle "ragioni del racconto" e nascondesse quel piacere di una narrazione che invece doveva venire prima di ogni altra ricerca. Beatrice Solinas Donghi rifletteva da anni sulla fiaba e lo faceva soprattutto sul terreno dei testi, di quelle raccolte di fiabe capaci di nascere in un determinato ambito per spostarsi poi in altri territori in una sorta di catena interminabile capace di aggiungere anelli ma anche di toglierne, di prendere direzioni inaspettate per poi, repentinamente, tornare alle origini; fin dall'inizio della sua precoce riflessione, insomma, la scrittrice era giustamente convinta che la fiaba fosse soprattutto narrazione e che la ricerca affannosa di significati latenti, dalle spiegazioni psicoanalitiche a quelle etnologiche, finisse per nascondere "le ragioni del racconto" proprio per questo i capitoli del libro costituiscono ancora oggi l'esempio pił persuasivo di come possano proficuamente accordarsi riflessione critica e invenzione letteraria; di come possano convivere il fascino della parola raccontata, il gusto dell'intreccio, il piacere dell'ascolto e della lettura ...» (Dalla prefazione di Pino Boero)
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