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Le acque degli dei. La Fontana d'Ercole nella Reggia di Venaria Renale. Ediz. illustrata

di Gritella Gianfranco

  • Prezzo online:  € 45,00
  • ISBN: 9788892821910
  • Editore: Electa [collana: I Moderni E I Contemporanei]
  • Genere: Arte
  • Dettagli: p. 288
Disponibile su prenotazione.
Spese di spedizione:
3,49 €

Contenuto

Il volume racconta, con un'apposita campagna fotografica e l'apporto di specifiche tavole di disegno e rilievo, la storia evolutiva della Fontana d'Ercole nella Reggia di Venaria Reale, della sua metamorfosi nel tempo, della sua singolare diaspora e la genesi del suo restauro. La Reggia di Venaria Reale, gigantesca residenza venatoria edificata tra Seicento e Settecento alle porte di Torino, era uno dei simboli di Torino cittā capitale nel mondo e aveva tra le sue eccellenze architettoniche la grandiosa Fontana dell'Ercole. Nella lunga storia evolutiva del monumento si avvicendarono i principali architetti al servizio della Corte Sabauda, da Amedeo di Castellamonte a Filippo Juvarra. Un sontuoso teatro d'acque; un monumentale complesso architettonico composto da decine di fontane, centinaia di statue, giochi e scherzi d'acqua nascosti, il tutto inserito in un complesso di grotte artificiali, terrazze e scalinate. Al centro, la vasca principale, con la statua dell'Ercole colosso nell'atto di abbattere l'Idra, abbracciata da due rampe di scale a collo d'oca, a loro volta costeggiate da maniche laterali a portici, che conducevano a due padiglioni di testa dall'aspetto fiabesco, preziosamente decorati con affreschi, mosaici e migliaia di conchiglie. Il grande ninfeo - con la statua di Nettuno tirato da un cocchio di cavalli marmorei, con i suoi preziosi ornamenti, i meccanismi idraulici e l'imponente facciata marmorea sorretta da colossali statue di telamoni - rappresentava il fulcro della composizione e si ispirava ai ninfei del Rinascimento fiorentino e romano e alle analoghe monumentali realizzazioni di Fontainebleau e Versailles. A metā del XVIII secolo la grande fontana viene progressivamente abbandonata: nel 1750 le murature superstiti sono demolite, le sculture disperse e la struttura completamente interrata: il destino pare riproporre quello singolare della Domus Aurea di Nerone. Dopo secoli di oblio, una serie di indagini archeologiche, condotte nei giardini nella Reggia, ha permesso di individuare i resti del teatro d'acque, riportati recentemente alla luce. A partire dal 2015, il complesso archeologico č stato oggetto di un radicale e innovativo intervento di restauro e riqualificazione, documentato in queste pagine. Il riscontro puntuale di tutte le fonti archivistiche e le nuove scoperte documentarie gettano una luce inedita sulla polifonica cultura dell'architettura e dell'arte figurativa nel secolo d'oro del Barocco.

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