La setta di Caino
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Un uomo come altri ma con un'acuta sensibilità segreta e a lui stesso poco conosciuta, Piero Cromani, milanese di mezza età, si trova a vivere, negli anni '70, in una grande vallata fra le Alpi. Egli tira a campare alla meno peggio quale investigatore privato finché accetta d'indagare sull'assassinio di un misterioso prete ucciso, in una notte di tarda estate, su una maleodorante scalinata nella parte più tetra e antica del capoluogo. Costui era l'ultimo discendente di una nobile famiglia il cui capostipite e suo omonimo fu giustiziato dai Grigioni nel Cinquecento, durante le contese per il possesso della Vallata. Come inizia a indagare, Cromani si accorge che qualcosa d'inquietante, che già sentiva alitare nascosto nell'ambiente nel quale era immerso, si va sempre più manifestando. È la memoria occulta dei luoghi, l'anima più oscura dei paesaggi densa di tante buie vicende: dalle guerre lontane ai massacri di religione e alla caccia alle streghe, sino alla presenza attiva di un'antica setta gnostica, quella dei Cainiti, di fatto praticante ancestrali riti diabolici.
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