Carona: gli anni della rivolta la tormentata vicenda di due chiese e una comunità
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Prezzo online: € 15,00
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ISBN:
9791280344113
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Editore:
Corponove
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Genere:
Storia
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Dettagli:
p. 216
Non Disponibile
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Contenuto
Denis Pianetti Denis Pianetti, autore ben conosciuto soprattutto per il successo del suo libro "Cronaca di una Vendetta - La vera storia di Simone Pianetti", districandosi con perizia tra la miriade di documenti, lettere, relazioni, ingiunzioni, articoli di giornale, ha saputo delineare una storia quasi dimenticata, una storia travagliata di Carona e della sua gente, cogliendone le complesse dinamiche, evidenziando i caratteri dei principali protagonisti, facendoli rivivere e agire in queste pagine a distanza di oltre un secolo. Era il 12 giugno 1921. Alla presenza del Vescovo di Bergamo Mons. Luigi Maria Marelli, fu consacrata la nuova chiesa parrocchiale di Carona, antico borgo alpestre situato lungo il fiume Brembo tra le montagne dell'alta Valle Brembana, un evento comune ad altri paesi, se non che all'origine di quella chiesa vi è una storia particolare. E piuttosto drammatica. Un paese diviso in due, al di là di evidenti lotte fra partiti, decine di carabinieri a sedare sommosse e a proteggere sacerdoti minacciati di morte, battesimi e funerali celebrati "in proprio" da una parte dei parrocchiani, senza la presenza di alcun prete. Una discordia protrattasi per diversi anni, dai primi del Novecento fino ai giorni della consacrazione. Protagoniste due contrade, Fiumenero e Porta: la prima dove sorge l'antica chiesa quattrocentesca, ostile alla seconda contrada, perché con immani sforzi e sacrifici, si è voluta la chiesa grandiosa, quale si ammira oggi. Le divergenze d'animi, giunte al loro culmine fra il 1913 e il 1914, ebbero conseguenze dolorose per l'intero paese, rimasto senza parroco e senza curato, tanto che dovettero intervenire le forze dell'ordine e autorità come l'on. Bortolo Belotti, il Vescovo Radini Tedeschi e il suo successore Marelli. I fatti di Carona - scrive Tarcisio Bottani - vengono contestualizzati nel più esteso ambito della Valle Brembana di quel periodo, focalizzando l'attenzione sulle non facili condizioni delle comunità di montagna, rispetto ai paesi del fondovalle, e in particolare di San Pellegrino. La contesa fu lunga, estenuante, feroce, condotta senza esclusione di colpi, che vede i "ribelli" accanirsi, senza concrete prospettive di successo, contro le autorità religiose e civili, contro i compaesani della parte opposta, tra i quali non mancavano amici e parenti. Si immagini quale sarà stato lo strazio di chi dovette dare l'estremo saluto ai propri cari, non di rado bambini, senza il conforto delle funzioni religiose e senza l'assistenza del parroco. Quale valutazione possiamo dare di questo quarto di secolo di divisioni, dispute e battaglie in cui fu coinvolta la popolazione di Carona? Quale giudizio sulla disperata contesa degli abitanti di Fiumenero per difendere la loro vecchia chiesa? Non c'è dubbio: un giudizio di grande rispetto, al di là della condivisione o meno delle ragioni che essi potevano addurre. Il rispetto che si deve a chi ha avuto la forza di lottare e di pagare di persona, anche a costo di rinunciare al conforto della pratica religiosa, non per qualcosa di attinente all'interesse materiale e individuale, ma per quello che ritenevano il bene comune. Una storia di lotte e di antagonismi, di errori e di pentimenti. La Grande Guerra e la febbre spagnola smorzarono alla fine i toni della rivolta e, dopo anni di tensioni, e di insoliti quanto curiosi episodi, anche gli ultimi ribelli presero la strada del pentimento e della conversione, varcando la soglia della nuova chiesa.
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