Fėdor Dostoevskij
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Vladimir Solov'ėv, tra i massimi filosofi russi dell'Ottocento, pił giovane di Dostoevskij di oltre trent'anni, ne fu il grande discepolo spirituale, tanto che Anna Dostoevskaja paragonņ il rapporto tra il giovane filosofo e il marito con quello del monaco Zosima con il giovane Alėsia de I fratelli Karamazov. Tra il 1881 e il 1883 scrisse tre discorsi in memoria di Fėdor Dostoevskij, nei quali la sola questione che gli sta a cuore non č riferita alla sua vicenda personale, né alla critica delle sue opere, ma da quale idea fu ispirata tutta la sua opera: «A me pare che non sia lecito guardare solo e semplicemente a Dostoevskij come a un autore di romanzi, come a un letterato dotato di talento e d'intelligenza. C'era in lui qualcosa di pił grande, e quel "di pił" dą luogo alle sue peculiari caratteristiche e aiuta a spiegare l'azione ch'egli esercita sugli altri». In occasione del bicentenario della nascita di Fėdor Dostoevskij, rileggere il ritratto spirituale di un amico e discepolo, onora la memoria di «un apostolo e di un profeta che come nessun altro nella letteratura russa, č riuscito a dischiudere ai suoi contemporanei sino a noi oggi la bellezza della fede cristiana» (Hilarion di Volokolamsk, dalla Prefazione).
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