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Politica e costituzione di Atene

di Aristotele

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Contenuto

Il pensiero politico di Aristotele occupa uno spazio rilevante nella nostra tradizione. In maniera sia diretta sia indiretta, ha inciso profondamente sul modo in cui la cultura occidentale ha elaborato, nei secoli, alcuni tra i concetti più importanti della politica, come la nozione di cittadinanza, giustizia, diritto, sovranità. Nella prospettiva aristotelica, con il termine "politica" si intende un'attività che è, al contempo, una forma di sapere. Un sapere che produce azioni e comportamenti e perciò, per quanto sia caratterizzato da minore accuratezza rispetto ad altri ambiti della conoscenza, riveste un'importanza fondamentale per la vita dell'uomo, dal punto di vista delle sue scelte etiche ma anche del suo benessere e della sua felicità. Come si legge nel VII libro della Politica, per Aristotele l'intreccio tra etica, vita politica e felicità è così stretto che non solo una politica "giusta" è ritenuta possibile, ma che non ci può essere felicità senza azione. «Non è vero che si debba esaltare l'astensione dall'azione al di sopra dell'azione stessa, perché la felicità è attività e l'attività di uomini giusti e temperanti dà compimento a molte cose belle.» "Politica", per Aristotele, significa anche ricerca intorno alla forma di "costituzione" migliore. Non è possibile, secondo il filosofo, fare riferimento alla vita politica di una comunità senza considerare la sua costituzione, di qualsiasi tipo essa sia. Passando al vaglio, sia nella Politica sia nella Costituzione di Atene, gli ordinamenti che dovrebbero reggere uno Stato nelle migliori condizioni possibili, Aristotele sostiene il primato dell'educazione e cerca un posto per la filosofia accanto alla politica. Ma queste riflessioni e indagini teoriche, per ipotetiche che siano, sono di fatto ben poco astratte: come per il maestro Platone, il riferimento a una città in condizioni ideali è, sopra ogni altra cosa, uno strumento importantissimo per capire l'andamento della storia reale.

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