La fortuna di Alessandro Magno dall'antichità al Medioevo
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Fin dall'antichità la straordinaria figura di Alessandro ha polarizzato l'attenzione di storici, artisti e imperatori, dando vita a due interpretazioni opposte del personaggio. A partire dagli storici e dagli artisti che ne foggiarono un'immagine idealizzata, egli divenne un modello per molti imperatori romani (Pompeo, Cesare, Ottaviano) che avevano visto nelle sue gesta quelle del precursore della conquista dell'Oriente (domitor Orientis) e il prototipo di una sovranità universale (Alessandro-Dioniso). Allo stesso tempo la fortuna del condottiero suscita l'opposizione dei circoli conservatori e dei senatori contrari all'assimilazione dei popoli orientali. Anche nel mondo bizantino Alessandro viene assimilato all'imperatore, e compare spessissimo ad adornare oggetti e arredi di corte. Ben presto divenne trama di romanzi o portafortuna su diffusissimi amuleti; finché nacque dell'eroe un'interpretazione cristiana per lo più negativa. Sono questi i presupposti per l'enorme diffusione del suo mito nella cultura, sia ecclesiastica che profana, medioevale. Celebri il Romanzo di Alessandro e le sue molteplici derivazioni, tradotte in tutte le lingue, dall'ebraico allo svedese, dallo spagnolo al tedesco, al bulgaro. Ma la massima diffusione si ebbe in Francia dove le gesta di Alessandro assumono un carattere sempre più fiabesco e meraviglioso proprio degli ideali cavallereschi e cortesi. Un capitolo è dedicato anche all'iconografia dell'ascensione di Alessandro al cielo, presente sulla facciata nord di San Marco a Venezia, nei mosaici delle chiese pugliesi (Trani, Otranto), in opere bizantine e codici miniati. Completano il testo una ricca antologia delle fonti antiche (tradotte) e un florilegio di scritti di storici moderni, italiani e stranieri.
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