Crepuscolo degli idoli o come si filosofa con il martello
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"Questo scritto, che non arriva a 150 pagine, sereno e fatale nell'intonazione - un demone che ride - è, fra i libri, una vera eccezione: non c'è nulla di più sostanzioso, di più indipendente, di più rivoluzionario: di più cattivo." La Heiterkeit (serenità o ilarità, nel senso del latino hilaritas) è dunque, secondo lo stesso Nietzsche, la caratteristica di quest'opera: segno che il caso ha cessato ai suoi occhi di esistere, e ognuno di questi accenni o accadimenti contingenti ha trovato senza sforzo il proprio posto all'interno del destino. La funzione del Crepuscolo è duplice: essere quasi uno svago, un ozio, prima di un'impresa terribilmente seria (L'anticristo), ed essere propedeutico, quasi introduttivo, alla filosofia nietzschiana. Una "grande dichiarazione di guerra" alla ragione, alla psicologia e alla teologia e agli idoli, quelli antichi e quelli alla base del mondo moderno, dalla morale al cristianesimo, dalla metafisica all'arte passando per la democrazia e il progresso, senza dimenticare i simboli per eccellenza della decadenza: Platone e Socrate. In questo agile saggio Nietzsche non fa sconti a nessuno, "martella" ogni dogma, distruggendo tutto ciò che viene considerato verità: il testo migliore per avvicinarsi alla rivoluzione nietzschiana, al suo capovolgimento di valori, al tentativo di una loro completa trasvalutazione.
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