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Tradizioni invernali ancestrali. Analisi comparativa dei riti di passaggio stagionale partendo dallo studio di un carnevale tradizionale

di Norsa Alessandro

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Contenuto

Circa 8000 anni fa, col fiorire della cultura neolitica in Europa si verificarono cambiamenti in ogni ambito della vita umana ossia all'ambiente, nell'economia, nella tecnologia, alle strutture abitative, al rapporto col territorio, allo scambio e ai rituali funerari. Per quanto riguarda i riti, il pensiero magico portava a credere che atti simbolici favorissero la produzione agricola. Nel continente europeo iniziarono a quel tempo rituali che si sono trasportati fino ai nostri giorni: comparvero ad esempio le arature rituali e i roghi invernali inneggianti il sole che avrebbe dovuto irrorare le messi durante il periodo estivo ed altre azioni volte ad ottenere un abbondante raccolto. Nel processo di cristianizzazione gli antichi riti si confusero talvolta con le successive celebrazioni religiose o vennero relegati in un momento ibrido tra le solennità natalizie e il periodo quaresimale: si costitú quindi il cosiddetto Carnevale. Questo studio, iniziato nel 2003, a partire dall'indagine condotta in una piccola comunità nel Veronese, ripercorre attraverso l'esame di 1256 manifestazioni di riti invernali le presenze ancora conservate nelle pieghe delle tradizioni carnevalesche: uno studio sistematico che analizza ogni elemento costitutivo rintracciandone il probabile valore simbolico.

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