Canto breve. Vita minima di Giovambattista Pergolesi
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Nel 1989, dalla ristrutturazione di un'antica casa nobiliare in Pozzuoli, probabilmente una residenza privata del Duca di Maddaloni, ultimo mecenate del Pergolesi, si rinvenne un carteggio fino ad allora sconosciuto, giacché di Pergolesi non erano arrivati fino a noi che alcuni autografi delle sue opere musicali, e nemmeno un rigo scritto di suo pugno. Grazie ad una incredibile serie di avventurose vicende, l'autore del presente scritto, già impegnato come architetto della citata ristrutturazione, venne in possesso di detto carteggio che gli consentì di intravedere una seppur smozzicata e frammentaria ricostruzione biografica delle vicende pergolesiane. L'unica speranza dell'autore è di essere riuscito a contribuire con una ragionevole e ragionata ben squadrata pietra angolare, a costruire una credibile e verisimile immagine di quelle che furono, per sommi capi, le vicende esistenziali del nostro Pergolesi, giacché per capire e ben percepire i suoi sentimenti, oggi come allora, basta e avanza la sua musica. Naturalmente l'espediente di dichiarare il ritrovamento di un non meglio identificato manoscritto o carteggio è vecchio come la storia del genere "romanzo storico" in letteratura, ma la ricostruzione delle immaginarie lettere che "Giobatta" scrive ai familiari ed ai conoscenti si basa comunque su una cronologia di documenti, fatti e personaggi di cui per atti o testimonianze storiche abbiamo una ragionevole certezza.
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