La persona, la cura, le professioni. La vulnerabilità umana e i sistemi socio-sanitari in tempo di pandemia
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Avendo come fil rouge la vulnerabilità umana, i saggi raccolti nel presente volume ruotano attorno ai temi della persona, della cura e delle professioni. Roberto Tommasi propone un'analisi fenomenologica del patire capace di far emergere quella vulnerabilità che accomuna tutti gli esseri umani. Uno sguardo disattento all'unicità del soggetto, sottolinea Federico Zilio, corre il rischio di inserire i piú fragili all'interno di categorie predefinite, con la possibile deriva della deumanizzazione dei pazienti con disordini della coscienza. Il pericolo di una logica riduttiva è confermato anche dai risultati della ricerca condotta da Nichita Bevilacqua all'interno di un centro di accoglienza per richiedenti protezione internazionale. Torna così l'importanza di considerare in modo completo e dignitoso il soggetto che necessita di un aiuto professionale. A riguardo, il termine "persona" si mostra decisamente più adeguato rispetto alle parole "utente" e "cliente", parole impiegate nel codice deontologico dell'assistente sociale fino alla sua ultima versione del 1 giugno 2020, come evidenzia Marco Campeotto: a ciò si aggiunge l'esplicito riferimento al concetto di bene comune e alle questioni di giustizia sociale. Riprendendo la tesi sostenuta da Luca Lazzarato, la pandemia costituisce per ciascuno un'esperienza del limite, ma è altresì un evento che rende ancor più concreti gli squilibri su scala globale nella distribuzione della ricchezza e nell'accesso alle risorse sanitarie. Siamo quindi dinnanzi a un accadimento che interpella il singolo, le istituzioni e l'intera collettività ed è proprio su questi tre attori che si sofferma Giuseppe Bon nel saggio conclusivo del volume.
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