La scrittura del disastro
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Prezzo online: € 24,00
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ISBN:
9788842828396
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Editore:
Il Saggiatore [collana: La Cultura]
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Genere:
Studi Letterari
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Dettagli:
p. 232
Disponibile su prenotazione.
Contenuto
«Leggere, scrivere, come si vive sotto la sorveglianza del disastro: esposti alla passivitą fuori passione. L'esaltazione dell'oblio. Non sarai tu a parlare; lascia parlare in te il disastro, non importa se attraverso l'oblio o il silenzio.» Ultima fra le opere teoriche di Maurice Blanchot, La scrittura del disastro risponde alla necessitą di riflettere sul tema del linguaggio poetico e letterario che si era imposta imperiosa con Lo spazio letterario, ma che qui va oltre - «al di lą» - il problema di dire ciņ che č, al di lą del bisogno di appagamento, al di lą della descrizione di una totalitą. Č una ricerca che rompe questa totalitą, che turba ogni cosa, e prima di tutto la scrittura. Ha a che vedere con l'interruzione, con la frammentazione, con la catastrofe. Con il disastro. La scrittura stessa allora si frantuma, soccombe a un'esigenza che non trova - che non cerca - la redenzione, ma un'altra possibilitą di se stessa. La scrittura diventa qualcosa che porta al meno, all'oblio, al non detto, al mai cominciato. Blanchot recupera gli scrittori amati, antichi (Ovidio) e moderni (Kafka, Melville, Hölderlin), e si confronta con maestri del pensiero come Heidegger e Levinas, per scavare nella non possibilitą della parola letteraria, nella possibilitą del silenzio senza scopo. Sullo sfondo, Auschwitz, che rivela e mette a nudo «tutte le caratteristiche di una civiltą» e che impone di continuare a «vegliare, senza posa, sull'assenza smisurata». Con uno stile che, adattandosi al disastro, si fa fratto e ossimorico, Maurice Blanchot invita alla lettura chiedendole di rinnovarsi e continua la meditazione che ha praticato (e che lo ha guidato) per tutta la vita, scardinando quanto č venuto prima. Perché «c'č domanda, eppure nessun dubbio; c'č domanda, ma nessun desiderio di risposta; c'č domanda, e nulla che possa essere detto, ma solo da dire».
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