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Scritti filosofici

di Diderot Denis

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Contenuto

"Negli anni successivi ai Pensées philosophiques e alla Promenade du sceptique (1746-1747), nei quali è evidente l'influsso della teologia naturale newtoniana, Diderot perviene - sulla base dei suoi interessi per le scienze naturali in genere e per la biologia in particolare - a elaborare un grandioso tentativo di «spiegazione» della realtà naturale. Questo tentativo trova la sua prima espressione nella Lettre sur les aveugles del 1749 e giunge al suo pieno compimento nell'Interprétation de la nature (1753), nell'Entretien entre d'Alembert et Diderot e nel Rêve de d'Alembert (1769). Alla natura «statica» e «creata» dei newtoniani e di Voltaire, Diderot va ora contrapponendo l'immagine di una realtà fisica in continuo movimento e sviluppo, che trae origine da se medesima e nella quale la presenza di un «ordine» non autorizza ad alcuna affermazione circa la presenza di cause finali o l'esistenza di un supremo ordinatore. [...] Quello di Diderot è un umanesimo ben lontano dagli ideali del classicismo retorico. Non a caso esso trova il suo compimento e la sua più alta espressione nell'impegno per rendere la filosofia «popolare», nella lotta contro le superstizioni e le oscurità, nel riconoscimento della identità fra avanzamento del sapere tecnico-scientifico e progresso della civiltà, nella volontà di far convergere la teoria e la pratica, le arti liberali e le arti meccaniche, dando vita a una cultura nuova che ha la sua prima espressione nell'Encyclopédie e nella grandiosa «storia» delle arti e delle tecniche che in essa è contenuta." (Dallo scritto di Paolo Rossi)

Vuoto