ACCEDI

Nessun account trovato. Riprova.


Login
Orari Negozio:

Lunedì

: 15.30-19.30

Martedì-Sabato

09.00-12.30/15.30-19.30

Orari Negozio

Lunedi': 15.30-19.30
Martedi'-Sabato 09.00-12.30/15.30-19.30

Alfio Antico. Il dio tamburo. Storia di un pastore entrato nell'Olimpo della musica

di Attardi Giuseppe

  • Prezzo online:  € 16,00
  • ISBN: 9788862317559
  • Editore: Arcana [collana: Musica]
  • Genere: Musica
  • Dettagli: p. 175
Disponibile su prenotazione.
Spese di spedizione:
3,49 €

Contenuto

Non è un romanzo, né una favola. Non è una biografia, nemmeno un'auto-biografia. È, forse, tutte e quattro queste cose. O, piuttosto, non è niente di tutto questo. È, soprattutto, una storia. Quella di Alfio Antico, "u picuraro" diventato il dio del tamburo. «Alfio Antico è un patrimonio dell'umanità, dovrebbe essere riconosciuto dall'Unesco», diceva Carmen Consoli. Perché il musicista lentinese non è un semplice ricercatore, né soltanto l'ultimo aedo di una cultura popolare. Alfio Antico è la "radica" di una cultura ancestrale. È anche il ta-ta-boum del "Don Raffaè" di Fabrizio De André. La sua vita sembra un romanzo verista di Verga, ma al contrario dei personaggi dello scrittore di Vizzini, Alfio non è un vinto. Un'infanzia povera, dura, di un ragazzo costretto a crescere in fretta per dare una mano alla famiglia a causa di un padre malato. L'asprezza di un'adolescenza solitaria, trascorsa sulle montagne, ad ascoltare il vento, il suono della pioggia o delle campane del suo gregge. Per rifugiarsi nello scialle della nonna che con il suo magico tamburello scacciava i mostri della solitudine e della paura. Quei tamburi sarebbero diventati i suoi burattini. Perché Alfio Antico è il Mastro Geppetto della world music. I suoi strumenti parlano. Dalle transumanze sui monti ai grandi teatri con Maurizio Scaparro e Peppe Barra; dall'Olimpo della musica con Eugenio Bennato, De André, Dalla, Branduardi, Arbore, Capossela, Carmen Consoli, Colapesce, Cesare Basile, sino alla cucina dello chef Carmelo Chiaramonte e al cinema di Pasquale Scimeca.

Vuoto