Annali. Vol. 2
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Tacito è il più grande storico della letteratura latina: fu, tra i Romani, ciò che Tucidide era stato per i Greci. La sua opera è sorretta da un puntuale esame delle fonti - gli 'Acta senatus' e gli scritti dei 'rerum scriptores' che l'avevano preceduto -, anche se talvolta lo storico arriva a fare torto ai criteri dell'oggettività pur di sostenere il proprio ideale repubblicano contro la decadenza del sistema politico imperiale. Il suo stile lapidario, conciso, ormai assai lontano dalla sonora armonia ciceroniana, rimane inconfondibile e di un'efficacia espressiva difficilmente imitabile. Gli «Annales», la sua opera più famosa insieme alle «Historiae», ci sono giunti lacunosi; i libri qui presentati, dall'undicesimo al sedicesimo, relativi alla parte finale del principato di Claudio e quasi tutto quello di Nerone, offrono a Tacito l'occasione per dipingere un ritratto a tinte cupe del potere assoluto nel suo aspetto più degenerato.
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