Chiurco. Una vita in nero
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Alla fine della prima guerra mondiale Giorgio Alberto Chiurco, profugo istriano, arriva a Siena. È un giovane fascista che prende presto la guida del fascio cittadino e ne resta a capo fino alla marcia su Roma. Si laurea in medicina e lavora nell'ospedale, continuando la sua attività politica e diventa deputato nel '29. Coltiva la passione per il racconto delle vicende fasciste e pubblica 'Storia della rivoluzione'. L'impegno in Parlamento per due legislature, l'attività scientifica e le lunghe missioni in Africa orientale e Spagna alla direzione di ospedali da campo, allontanano Chiurco dalla vita senese, fino al clamoroso ritorno nel '43 come capo della provincia designato dalla repubblica sociale. In questo ruolo, conquistato per la ininterrotta fedeltà a Mussolini, gestirà in un singolare rapporto con tutte le realtà cittadine, i mesi che trascorrono sino alla Liberazione per poi scomparire nella Germania nazista. Arrestato alla fine della guerra, processato e assolto, riprenderà il suo posto nell'università italiana, sia pure in mezzo a mille polemiche, e continuerà i suoi studi sul cancro. Un personaggio controverso di cui si conosce ancora molto poco.
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