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La penna di Amerigo Dùmini. Articoli, lettere e memoriali di un italiano enigmatico

di Tiozzo Enrico

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Contenuto

Accusato ingiustamente dalla storiografia di parte per aver commesso crimini efferati, Amerigo Dùmini fu in realtà un brillante giornalista e un vivace attivista politico, impegnato nel primo dopoguerra contro il bolscevismo dilagante. La sua piena adesione al fascismo non gli impedì di difendere con energia il patto di pacificazione con il socialismo, del quale condivideva la versione mazziniana anziché quella marxista. La svolta decisiva della sua vita avvenne con il sequestro di Giacomo Matteotti nel 1924, un'operazione infausta e tragicamente conclusa con un omicidio preterintenzionale. Da quel momento cominciò per lui un drammatico confronto con il fascismo che, dopo dieci anni fra carcere e confino, lo mandò in Libia per sbarazzarsene. Arrestato nel 1945 e condannato all'ergastolo nel 1947 per l'omicidio di Matteotti, Dùmini, soltanto negli ultimi dieci anni della sua vita, poté dedicarsi ai suoi figli che ne mantengono un vivo e profondo ricordo. Questo lavoro ripercorre e analizza, sine ira et studio, i suoi scritti che nell'arco di trentacinque anni contribuiscono a fornire un'importante chiave di lettura della sua vita avventurosa e della sua enigmatica personalità.

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