Come leggo io. E altri scritti letterari
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Se in vita era sodale di Luigi Pirandello e Giuseppe Antonio Borgese, dopo la morte è rimasto nella torma degli autori "trascurabili", di chi ha pubblicato poco e disordinatamente. Oggi, proprio con Pirandello e con Verga, Tozzi è ritenuto il più grande novelliere dei primi ottant'anni dell'Italia unita. I saggi raccolti in "Come leggo io" sono un'introduzione e un compendio della sua poetica, tanto di scrittore quanto di lettore. Con tono squillante, e senza tema di perentorietà, impone la propria idea di letteratura; denuncia i perversi meccanismi editoriali, che inseguono e alimentano le mode; rivolge accuse alla critica letteraria, che dalle pagine morte dei manuali rende «antipatiche anche le cose più degne dell'immortalità». E, non ultimo, dispensa consigli ai giovani scrittori, soprattutto a quelli che si sentono «nati con l'esperienza dei vecchi», perché non si sollazzino in «esercizi di calligrafia». Introduzione di Arnaldo Colasanti.
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