Ecomafia 2019. Le storie e i numeri della criminalità ambientale in Italia
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Nel 2018 sono state contestate 28.137 infrazioni alla normativa penale in campo ambientale, più di 77 al giorno, più di 3,2 ogni ora, a conferma che l'illegalità ambientale continua a devastare il nostro paese. Aumentano i reati nel ciclo del cemento così come in quello dei rifiuti, sulla pelle degli animali e nel Made in Italy agroalimentare. In crescita anche il business, che raggiunge i 16,6 miliardi, 2,5 in più rispetto all'anno precedente. A dimostrazione della straordinaria capacità di resilienza degli ecocriminali, si segnala il grande affare del commercio illegale dei gas refrigeranti e delle sostanze che danneggiano lo strato di ozono e il mercato nero degli shopper fuori legge. Le notizie positive, per fortuna, ci sono, prima fra tutte la conferma dell'efficacia del sistema di repressione dei reati contro l'ambiente disegnato dalla legge 68/2015. Forze dell'ordine e magistrati hanno finalmente a disposizione degli strumenti validi, e i risultati, anche quest'anno, non sono mancati. Buone notizie anche sul fronte degli incendi, che risultano in netto calo rispetto al 2018. Tutto questo sullo sfondo di una politica che approva condoni, più o meno mascherati, e norme che rischiano di "sbloccare i cantieri" del malaffare. Chiaro che, in assenza di decise inversioni di rotta, la situazione rischia di peggiorare. È anche per questo, per fare chiarezza e spazzare via comode illusioni (o vere e proprie mistificazioni) che il rapporto Ecomafia è sempre più necessario.
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