Un mosaico di fiducia. Dalla parte dei deboli
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"È bello poter camminare, soprattutto quando si attende chi segue a stento. È bello poter nuovamente sorridere, e vivere a tutto tondo." Si parla di povertà, in queste pagine, di emarginazione, di "sotterranei di storie dimenticate", di vite in salita. Come va declinata, allora, la fiducia e la speranza che don Mario Vatta elargisce a piene mani negli articoli qui raccolti, scritti dal dicembre del 2000 ad oggi? È un gesto di coraggio. Limpido e determinato. Lo stesso richiesto ad uno sguardo che non si sposta davanti a ciò che appare inguardabile. Che non si rifiuta di vedere. Lo stesso sguardo che da più di quarant'anni don Mario Vatta rivolge ai deboli, a chi non ha voce, ai giovani, ai dimenticati. "La nostra gente", ama ripetere.
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