Il mio senso di marcia
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«In "Senso di marcia" la rappresentazione di persone normali, che combattono contro altre persone normali, rende nella maniera più semplice possibile (e forse per questo più potente) il concetto secondo il quale noi (io, tu che leggi, loro sulla poltrona) viviamo sotto lo stesso cielo, facciamo parte della stessa società, e abbiamo la possibilità di scegliere da che parte stare. Una scelta che non sempre è così scontata: non basta dire «Io sto dalla parte dei "buoni"», se poi al negozio di frutta accettiamo di uscire senza scontrino dopo che il commerciante, strizzandoci l'occhio, ci ha appena fatto uno sconticino per aver accettato il compromesso. La legalità va perseguita sempre, anche in queste piccole e, magari agli occhi di molti, banali, azioni quotidiane». (Rosario Bianco) «La novità rispetto al passato è che siamo testimoni vivi, in un Paese dove per essere apprezzato in genere devi essere morto. Vivi e vegeti di quelli che non si rassegnano, che superano le difficoltà, che ci provano fosse anche solo per la soddisfazione di dire di averlo fatto, di aver fatto tutto il possibile. Noi ci siamo... e voi?» (Catello Maresca) «Una miscela esplosiva: quelle immagini, quelle storie, quelle parole in una sala gremita di giovani. Come una miscela esplosiva, energia purissima che andrebbe usata per migliorare le cose, per cambiare la traiettoria di certi contesti a Napoli (e in Italia), per dare alla nostra comunità un senso di marcia nuovo, migliore». (Leandro Del Gaudio)
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