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E le mele continuano a marcire...

di De Jorio Filippo

Disponibile su prenotazione.
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3,49 €

Contenuto

È il racconto di una vita intensa. Sessant'anni di impegno politico e civile e altrettanti di passione per l'avvocatura. Nel ricostruire le proprie vicende, che si intrecciano a doppio giro di corda con un pezzo della storia repubblicana degli anni '70 e '80, l'avvocato di origine napoletana rivendica, pur avendo ricoperto importanti incarichi, di non aver fatto parte della 'casta' come si direbbe oggi mutuando il termine dal fortunato libro di Sergio Rizzo e Gian Antonio Stella. Anzi, spiega l'autore, "posso dire che dopo l'assunzione delle segretaria politica della Dc da parte di De Mita, a questa classe dominante mi sono sentito, negli anni, sempre più estraneo e nei suoi confronti sempre più critico". Così queste pagine hanno l'esigenza di far chiarezza su un periodo storico travagliato. Il lungo racconto dell'avvocato de Jorio spazia dalle lotte politiche al tormentato rapporto con Gliulio Andreotti, indaga le urticanti vicende dei 'misteri della Repubblica' senza dimenticare il suicidio di Carmine Mensorio e l'opera meritoria di Mariano Rumor. Ma si snodano anche - come appunti di un colloquio a lungo tenuto con la propria coscienza - un'analisi del governo Craxi, il ricordo di Carlo Alberto Dalla Chiesa e poi ancora l'arringa di diverse ore pronunciata al processo per la Loggia P2, fino all'impegno a Bruxelles a difesa dei diritti dei pensionati. Convinzione di de Jorio è che "questa classe dominante, che ha trasferito nella Seconda Repubblica le terze, quarte fila e quinte file dei dirigenti della Prima, non possa cambiare. E perciò, successivamente, sarà travolta in blocco dalla mancata soluzione dei reali problemi del Paese". Per questo, è l'esortazione dell'indomito avvocato, "occorre preparare una classe dirigente alternativa, che presenti agli italiani un programma serio ma, soprattutto, veritiero di cambiamenti e di cose da fare". Delle sue battaglia de Jorio rimarca di averle vissute guardando in faccia gli avversari. Franco di lingua e pronto nella decisione. Di sé oggi dice: "Sono stato e sarò sempre un avvocato'". E "di fronte al tasso di ingiustizia che aumenta nella società italiana, sono sempre più portato ad aiutare gente che soffre di queste ingiustizia. Pensionati, soprattutto. Sono più di venti milioni e sanno dove trovarmi. Li aiuto tutti, gratuitamente. Solo se vinco chiedo loro di ricordarsi di me. Ecco quello che posso fare e lo faccio". Il suo invito a risolvere i problemi concreti della gente è in fondo il filo rosso che cuce queste riflessioni.

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