Superstizione. Tra malasorte, ragione, sorte e paura
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"Essere superstiziosi è da ignoranti, ma non esserlo porta male." (Eduardo De Filippo). Partendo da questo concetto, l'autrice cerca di vagliare le cause per cui, sin dalla nascita dell'uomo, alcuni colori, pietre, piante, parole, azioni siano oggetto di credenze popolari che li caricano di potenza negativa o positiva. Credenze che cambiano da popolo a popolo e di secolo in secolo, perché la superstizione non è un elemento stabile e concreto, ma una "variabile", diremmo in termini algebrici, che si adatta alle esigenze ed alle mentalità di un'epoca. Quindi per capire le origini di determinati atti che ripetiamo ancora oggi senza averne più memoria storica, come gettare una moneta in una fontana o non passare sotto una scala o, per gli ebrei, mettere un sassolino sulla tomba dei propri cari, l'autrice si è dedicata alla ricerca delle azioni che li hanno generati dall'inizio della storia dell'uomo. L'opera suscita l'interesse del curioso, ma coinvolge ed appassiona il lettore offrendo un panorama completo sulla superstizione in Occidente non disdegnando, all'occasione, di presentarsi come un vero manuale pratico e come tale anche consultabile nei singoli capitoli.
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