Che mondo sarebbe. Pubblicità del cibo e modelli sociali
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La comunicazione commerciale ci descrive o cerca di orientarci? Forse possiamo tentare una risposta doppia: ci descrive, in buona misura, per quel che riguarda i consumi; cerca di orientare i nostri modelli sociali. Sui consumi stiamo prendendo coscienza, crescono le quote di consumatori attenti, consapevoli, critici e competenti che finiscono non solo per scegliere meglio il cibo, ma anche per comprarne meno. Perché avere meno bisogni significa avere più libertà. Lo stiamo comprendendo, poco alla volta e pochi alla volta. Quanto ai modelli sociali, invece, anche se ci accorgiamo che non rispecchiano la nostra realtà, siamo culturalmente meno attrezzati per la resistenza. Se è vero che quelle famiglie, quelle mogli, quei mariti, quelle situazioni non ci assomigliano, è anche vero che ne subiamo il fascino e, in una qualche misura, permettiamo a quella comunicazione di orientare, se non i nostri comportamenti, quantomeno i nostri desideri. L'evoluzione per allontanarsi dai modelli sociali e relazionali che il mercato propone si deve nutrire di tante e diverse capacità: osservare, ascoltare il non detto, interpretare i tanti segnali che le narrazioni commerciali ci offrono, fino a vedere quel che davvero abbiamo davanti agli occhi, imparando a riderne.
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