Mangiare dio. Un'interpretazione della tragedia greca
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«L'eroe tragico č un capro espiatorio. E il capro espiatorio č un segno, un simbolo e una figura di mediazione. L'opposizione tragica č tra la sofferenza che non giustifica nulla e il mito che giustifica tutto. In questa teofania mitica avviene una trasformazione del dio crudele nel dio giusto e del tempo che tutto divora nella storia che raggiunge i propri scopi. Nell'antropologia tragica continuano a cambiare soltanto i nomi dei capri espiatori: il mito della mediazione rimane identico. La strada dall'esilio dal paradiso al nuovo paradiso, che č stato promesso, č cosparsa di cadaveri. Non esiste tragedia senza mito, ma la tragedia ne č anche, contemporaneamente, la distruzione. Č un appello alla mediazione, e insieme una dimostrazione dell'impossibilitą della mediazione. Č questo il momento di luciditą dell'eroe tragico». Jan Kott (1914-2001) ci offre qui una serie di letture della tragedia greca: la sociologia, l'antropologia, la storia delle religioni e il teatro dell'assurdo sono gli strumenti privilegiati.
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