Meditazioni cartesiane
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Quod vitae sectabor iter? Questi versi iniziali di una poesia di Ausonio sognava di leggere Cartesio, per poi, nel medesimo sogno, essere deviato verso un'altra composizione dello stesso poeta: Est et non. La questione riguardo a ciò che è e a ciò che non è può dunque essere considerata intimamente legata a quella relativa all'itinerario da seguire nella vita. È questa, in effetti, la prospettiva più adeguata per leggere e comprendere le qui nuovamente tradotte meditazioni cartesiane di Husserl. Scritte in gran parte sulla base di conferenze tenute a Parigi nel 1929, pubblicate in traduzione francese nel 1931, ma solo post mortem in tedesco nel 1950, le Meditazioni cartesiane costituiscono una delle più celebrate, commentate, interpretate e fraintese opere di Husserl. Per molti aspetti la più "agile" introduzione al suo progetto filosofico, esse esigono lettori che sappiano farsi carico dell'evidenza e delle conseguenze dell'evidenza del proprio pensiero per condursi in una vita il cui senso concreto emergerà come per essenza realizzato e da realizzarsi in un mondo comune.
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