"Il testo non verte sul counseling né sulla floriterapia. Esprime piuttosto un punto di vista in cui gli "occhiali" attraverso i quali si consuma l'osservazione sono quelli dello specialista counselor, ma dalle cui lenti piroetta l'iride intriso d'aspettativa e di speranza della persona portatrice di richiesta d'aiuto; ciò avviene attraverso un approccio umanistico ed olistico strettamente connesso alla prioritaria attenzione nei riguardi della creatività e dello sviluppo delle potenzialità positive e desideranti degli individui, ma volutamente circoscritto alla silenziosa, carezzevole e armoniosa orchestra di fiori e dei rimedi ad essi correlati".