L'anno della svolta
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L'anno della svolta è il 1999. L'autore ha ormai toccato i settantatré anni. Non è in verità una svolta drammatica. È semplicemente una scadenza burocratica, l'andata fuori ruolo di un professore ordinario, la pensione per limiti di età. «Non ho vissuto in termini angosciosi questa mia situazione come invece è accaduto a illustri colleghi. È vero però che, cessate le lezioni tre volte la settimana in giorni non consecutivi, ho spesso continuato a sognare, la notte, che dibattevo con studenti e colleghi, con Leo Strauss e Nicola Abbagnano, addirittura con Socrate e il suo acerrimo critico Friedrich Nietzsche. Ma di vere e proprie svolte esistenziali, neppure l'ombra. Curiosità, sì. E anche curiosità pericolose, dalla Resistenza alla foresta pluviale dell'Amazzonia. Attrazione, gusto per il non ancora conosciuto e le nuove inedite esperienze. Se si vuole, più che la svolta, la quotidiana conferma di una antica diffidenza verso l'impersonale, astratta, ripetitiva razionalità delle strutture burocratiche: attraverso lo "spostamento dei fini", servono se stesse, inattaccabili e sostanzialmente parassitarie, invece che i cittadini».
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