Il cane a testa in giù. Le 23 posizioni di yoga che mi hanno cambiato la vita
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L'incontro con lo yoga può essere una scelta, una sfida. Ma può anche avvenire per caso, nel momento in cui decidiamo di dare ascolto a chi ce lo consiglia caldamente quando ci lamentiamo per i nostri piccoli acciacchi. A Claire Dederer è andata proprio così: dopo la nascita della prima figlia, si è ritrovata con un mal di schiena per il quale - secondo le amiche, i colleghi, i negozianti del quartiere e chiunque incontrasse - parevano non esserci altri rimedi. Perché non provare? Accantonate le tipiche diffidenze (non ci sarà troppo misticismo new age?), fin dalle prime sedute capì che quella nuova attività la metteva in sintonia con la sua emotività più profonda, introducendola in un mondo fino allora inesplorato. Nei dieci anni successivi, le sue settimane sono state scandite da "triangoli", "corvi", "leoni", "cani a testa in giù", tentativi più o meno riusciti di raggiungere le posizioni prescritte. Ma la vera scoperta arrivò poco per volta. Non solo il corpo (e la schiena) traevano giovamento da quella disciplina: persino il modo di vivere la quotidianità si trasformava, a sorpresa, prendendo una direzione che lei non avrebbe mai immaginato e portandola così a fare i conti con le manie che avevano plasmato la sua generazione. Claire e le sue coetanee erano cresciute compiacendosi nel tentativo di diventare "moderne", "alternative", finalmente perfette nei ruoli di moglie, madre, figlia, amica.
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