Il pesce del principe, il caviale del vescovo. Pesce, pesca e mercato ittico a Milano (secoli XVI-XX)
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Contenuto
"In questo libro vediamo ricostruito un ambiente ormai scomparso, dove le attività artigianali e commerciali urbane trovavano una naturale compensazione in quelle agricole e ittiche. Il paesaggio ricco di ruscelli, canali, fiumi e laghi era una parte fondamentale dell'ambiente lombardo, sia in termini di percezione naturalistica sia in termini di attività economica. Ed ecco uscire dalle pagine uno straordinario mondo ricco di una fauna ittica in gran parte scomparsa: anguille che risalivano in massa i fiumi; pesci persici, agoni e carpe che popolavano laghi e fiumi; lucci voraci che costituivano prede ambite, e persino storioni italiani che davano origine a un caviale locale, ritenuto migliore di quello orientale perché assai più delicato. [...] Accanto alla ricostruzione dell'ambiente naturale, il libro dedica un ampio spazio all'attività e all'interazione dell'uomo con l'acqua dolce. Cosi troviamo un'attenta descrizione dei vari metodi di pesca [...]; né manca una panoramica sulla ricca attività di piscicoltura [...]. Un'ulteriore sezione ci racconta la complessa evoluzione della regolamentazione del settore della pesca, a partire dalle norme emanate durante il periodo spagnolo su su fino all'Italia unita e oltre, mostrando come il funzionamento sia sempre stato complesso e frammentato e spesso segnato da molte gravi inadempienze a tutti i livelli. (dalla presentazione di Emanuela Scarpellini)
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