Al cinema con il filosofo. Imparare ad amare i film
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Per gustarsi un buon film, la compagnia di un filosofo potrebbe sembrare una scelta bizzarra. Eppure, come si afferma in questo libro, risulta preziosa perché in grado di offrire un'inaspettata chiave di lettura, una lente capace di individuare, grazie agli specifici strumenti della filosofia, i concetti o le tesi portanti della pellicola, illuminando il film di luce nuova e collegandolo alla nostra esperienza personale. Trasformando, cioè, una fruizione solo passiva in un'interpretazione attiva e ricca di significati. Questo vale non soltanto per pellicole "impegnate" o colte, ma anche per quelle senza pretese intellettuali, che, se sono autentiche e ben girate, traducono - per la natura propria del cinema - un'esperienza di pensiero in immagini. Ci restituiscono sempre, anch'esse, la sintetica visione talvolta del mondo che ci circonda, talvolta di quello dentro di noi. Roberto Mordacci offre in queste pagine al lettore la sua esperienza di filosofo, qui a contatto con le immagini, le vicende, le provocazioni e i sogni che il cinema ha addensato in una quarantina di pellicole di recente produzione, presentate al pubblico all'incirca nell'arco di un anno. Nella scelta dei titoli si va dal tema della guerra e del patriottismo di "American Sniper", a quello del codice arcaico della vendetta in "Timbuktu e Anime nere" dalla sete sfrenata di denaro di "The Wolf of Wall Street"...
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