Consigli impertinenti per il vero intellettuale da salotto
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Intellettuali non si nasce, ma si può diventare. Sempre che ciò abbia ancora una qualche utilità, ovviamente. Se la cultura, infatti, non serve a nulla, nel senso che non è serva di nessuno, l'intellettuale, che "ab origine" serve chiunque gli possa dare cariche e potere, in teoria serve ancora meno. Strano, dunque, che qualcuno ambisca esserlo. A suo modo, però, il titolo, peraltro spesso abusato, di intellettuale rimane ancora oggi uno status symbol: come possedere la collezione completa delle prime edizioni Sellerio dei libri di Camilleri. Una cosa assolutamente inutile, ma che dà un tono. Del resto, se c'è una professione che non necessita di specifiche competenze (un antico adagio recita: "Essendo tutti dotati di intelletto, tutti in fondo siamo intellettuali"), gode di orari di lavoro particolarmente flessibili (da cui la nota espressione: "Ma che cazzo fa realmente l'intellettuale?!"), garantisce più di qualsiasi altro mestiere un'alta mobilità interna (quanti intellettuali si sono comodamente riciclati...) e che soprattutto, nonostante il passare degli anni, non annoia mai (perché il vero intellettuale è sempre impegnato, o meglio, alla francese, engagé), be', quella è proprio la professione dell'uomo di pensiero.
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