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Elemento pericoloso. inquisizione e deportazione politica nella Schio di Salò (1943-1945)

di De Grandis Ugo

  • Prezzo online:  € 15,00
  • ISBN: 7777770112969
  • Editore: Du
  • Genere: Storia Locale
  • Dettagli: p. 480
Disponibilitá immediata
Spese di spedizione:
3,49 €

Contenuto

"Elemento pericoloso": con questa espressione, durante il ventennio fascista, il Ministero dell’Interno etichettava gli oppositori politici che costituivano potenziale pericolo per la stabilità del regime. E con la stessa formula il fascismo repubblicano, nato dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943, classificò i nemici del risorto regime, inserendoli in liste di persone "nocive", da eliminare dalla società mediante l’invio in Germania al servizio del lavoro.
All’individuazione a Schio degli "elementi pericolosi" e alla compilazione degli elenchi collaborarono agenti degli apparati fascisti e comuni cittadini che nell’opera di "pulizia straordinaria", promossa dalla Federazione dei Fasci vicentina, intravidero la possibilità di togliere di mezzo persone con le quali covavano invidie e rancori per i motivi più disparati. Dopo l’estate 1944, quando fu manifesto che la veste socialisteggiante del fascismo repubblicano non aveva incantato le masse, dalla redazione dei primi elenchi composti da industriali, professionisti, dirigenti d’azienda, borghesi che erano stati fascisti fino al 25 luglio 1943, si passò a spiare gli antichi oppositori, che da mesi collaboravano al sostentamento delle formazioni armate schierate sui monti circostanti la città. L’ennesima sfida mossa al fascismo con lo sciopero generale dell’ottobre 1944 contro le violenze commesse dai militi della "Tagliamento" su alcune giovani operaie, motivò una retata di antifascisti appartenenti al Btg. Territoriale "F.lli Bandiera" di Schio, che subirono pesanti sevizie nelle caserme cittadine. Dopo l’ardita liberazione del comandante Antonio Canova "Tuoni", dodici di loro furono deportati nei lager di Mauthausen e Gusen con accuse gravissime sul capo che valsero loro un trattamento durissimo, tanto che solo uno riuscì a sopravvivere e a fare ritorno a Schio, ridotto a 38 kg di peso. Una tragedia nell’immensa tragedia che fu il 2° conflitto mondiale, ricostruita in dettaglio con l’ausilio di documenti inediti, senza veli e omertà, che chiama alla sbarra l’intero fascismo scledense, nessuno escluso.

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